A volte capita di avere il desiderio di fare qualche piccolo lavoretto manuale poco impegnativo: ecco un'idea suggeritami da una mia amica che trovo ideale per trascorrere un pomeriggio domenicale noioso! Il risultato è un piccolo alberello di Natale stilizzato da appendere sull'albero già decorato, oppure da regalare come segnaposto a tavola. E' facile da realizzare ed a costo zero!
Materiale: carta colorata, bastoncino di legno da ghiacciolo (da colorare con un pennarello o uno smalto per unghie) oppure rametto secco, colla vinilica, colla glitterata (facoltativa), nastrino.
A) Ritagliare 6 quadrati di carta, due di 7,5cm, due di 6cm, due di 4cm di lato
B) Piegare ciascun quadrato di carta lungo le due diagonali
C) Piegare lungo le altezze di due dei quattro triangoli che rappresentano le facce della "piramide" ottenuta
D) Ripiegare verso l'interno le estremità di uno dei due triangoli isosceli, in coincidenza con la sua altezza
E) Inserire e incollare le tre figure diverse in ordine di grandezza, una dentro l'altra, per circa 1cm
F) Incollare sul retro il bastoncino che rappresenta il tronco, sulla punta un anellino di nastro e l'altra parte assemblata
Eccoci pronti ad affrontare la catastrofe del 21 dicembre
2012, libri informativi, trasmissioni televisive, tutti concentrati a discutere
sulla fine della nostra era, ma se non succede? Ritorniamo alla monotona vita
di sempre, preoccupazioni, lavoro, famiglia, problemi! In fondo non sarebbe una
brutta cosa poter condividere un momento così definitivo con tutti gli abitanti
del pianeta, ci sentiremmopiù uniti che
mai, solidali e coinvolti, neppure poi molto dispiaciuti, perché tanto non
rimarrebbe nessunoa godersi lo
spettacolo, mal comune mezzogaudio!
A parte gli scherzi, come mai succede ciclicamente che l’umanità
si auto-convinca della sua estinzione? Potrebbe essere interessante capire
quali siano le motivazioni psicologiche che spingono a formulare una simile
teoria, anche in una società evoluta come la nostra. Che negli ultimi anni ci
sia una maggiore consapevolezza del pericolo di autodistruzione a causa dell’inquinamento,
è certo, ma credere a delle profezie assurde potrebbe anche essere un segnale
di forte disagio, cioè meglio una fine a breve termine che una lunga esistenza di
pesanti sacrifici.
Ecco che il sentimento di condivisione renderebbe meno
gravoso il peso di un crudele destino, considerando anche il fatto di essere
tra coloro che possono avere l’unica opportunità di vivere un evento epocale, che
renderebbe importante e straordinaria la vita di chiunque, anche di quelli che
non contano nulla.
L’uomo è così fragile da avere bisogno di illudersi di fare
parte di un disegno più grande, di avere un ruolo predefinito, di doversi
sottomettere ad un potere imprescindibile, al cospetto del quale il libero
arbitrio è inconcepibile.
In riferimentoalla frase di Gesù riportata dai Vangeli apocrifi “mille e non più mille”,
nell’anno 1000 si attendeva una fine del mondo che non è mai arrivata; nell’anno
2000 si paventava un altro tipo di problematica legata all’uso di internet, il “millenium
bug”, tutto finito in una bolla di sapone; attualmente si discute sui contenuti
di uno deicalendari Maya, in realtà
pare sia stato ritrovato recentemente un altro calendario nel quale i Maya avrebbero
calcolato un ulteriore ciclo di storia dell’umanità, posteriore al2012.
Comunque si vocifera che il paesino di Bugarach in Francia, nella regione di Languedoc Roussillon, a ridosso dei Pirenei, vicino alla città di Carcassonne, si salverebbe dall'apocalisse, non si sa bene per quale motivo, forse grazie alla presenza di una montagna sacra, ma chi fosse interessato si sbrighi, il tempo sta per scadere!
Di fronte alle coste della Nuova Scozia in Canada, si trova
una piccola isola che nasconde un segreto.
Nel lontano 1795 fu trovato un pozzo, denominato poi Money
Pit (pozzo del denaro), straordinariamente profondo e singolare.
Nonostante numerosi tentativi non si è mai riusciti a
scavare fino in fondo, in quanto il pozzo si allaga, rendendo impossibile
proseguire anche con sistemi meccanici; si ipotizza che sia collegato con dei
cunicoli che giungono all’oceano Atlantico oppure che ci siano naturali
infiltrazioni d’acqua dovute alla conformazione dell’isola.
Durante gli scavi nel corso dei decenni, documentati per la
prima volta solo nel 1860, sono stati trovati tronchi di legno marcio che
delimitavano lo spazio ogni tre metri di profondità, facendo quindi supporre
che si tratti di un manufatto dell’uomo; oltre a vari resti non ben identificati,
è stata trovata una stuoia di fibre di cocco, necessariamente proveniente da
altre parti perché la palma da cocco non cresce sull’isola.
Sono state formulate varie ipotesi, la più fantasiosaè che si possa trattare del nascondiglio di
un favoloso tesoro dei pirati: del Capitano Kidd o di Barbanera!
Naturalmente si tratta di leggende, ma è un luogo che
suscita curiosità e interesse. Nel corso degli anni sono stati investiti molti
soldi da varie compagnie di scavo per trovare ciò che forse non esiste, alcune
persone hanno anche perso la vita.
Fa riflettere il fatto straordinario di come possano esistere ancora tanti misteri su questa nostra Terra, che sembra così scontata, in particolare in questa era, così tecnologica e razionale! La nota positiva è che l'uomo sembra abbia ancora bisogno di sognare e fantasticare su avvenimenti che, tutto sommato sono banali e possono avere spiegazioni facilemente intuibili.
Dopo tanto latitare eccomi di nuovo qua...
Sono stati mesi impegnativi e carichi di significato. Una tesi universitaria da scrivere, gli ultimi esami da fare, la salute che per un po' mi stava a guardare senza far niente, le notti insonni dovute allo stress delle scadenze incombenti..
Mi sono trovata davanti ad un bivio con molte strade, ma solo una il destino mi concedeva di percorrere. Le altre erano inizialmente molto più semplici ed allettanti, alla vista molto belle e piene di fiori, ma a guardar bene quei fiori erano avvelenati, mi avrebbero teso una trappola mortale negli anni a venire.
C'era una strada invece che conduceva ad una scogliera bellissima e vertiginosa, dall'alto si poteva scorgere una splendida laguna con acque verdi e cristalline abbracciate da bianche e fredde rocce.
Quella era l'unica strada che il destino mi permetteva di percorrere. Il problema si presentava sul bordo della scogliera. Vertigini spaventose mi percorrevano il corpo, la mia testa era ubriaca di altezza e paura. Che fare? Restare per sempre sul bordo e farsi prendere dalla paura e dall'inerzia o prendere la rincorsa e buttarsi?
La difficoltà restava sempre e solo nel momento del salto, ma il risultato era affascinante e limpidamente confortante.
Arrivata sul bordo mi sono ricordata le parole di un giovane uomo: "Quando sei nervosa o l'ansia ti assale, respira profondamente ed espelli l'aria usando la pancia".
Ho indietreggiato un po', ho respirato con la pancia un paio di volte e ho saltato.
Il volo mi ha donato una sensazione di calma assoluta e mi è parso di essermi liberata di un macigno che pesava sulla mia schiena.
Precipitando sono sprofondata nelle tiepide acque della laguna, sott'acqua tutto era nitido e colorato. Risalita in superficie mi sono rilassata un po' facendomi cullare dalle onde leggere e dal sole.
"Ma che colore ha!... una giornata uggiosa..
ma che sapore ha!... una vita mal spesa.."
Oggi è arrivato l'autunno alla mia porta. Mi ha salutato con una malinconica ed intensa giornata di pioggia. Sarà strano, ma quel tipico odore di foglie bagnate, di castagne e della natura che si accinge ad un lungo sonno, mi ravviva e mi ricarica.
Il mondo, visto in maniera così romantica, sembra in salute ed ancora florido, ti distoglie dalle reali problematiche odierne. Le ricerche e gli studi che sto effettuando in questi giorni, sulla sostenibilità e sulle condizioni della Terra hanno reso invece i miei pasti indigesti.
Il nostro povero pianeta sta soffrendo, sotto il peso di 7 miliardi di inconsapevoli persone. L'Onu stima che entro il 2040 la popolazione mondiale salirà a 9 miliardi. Ma il principale problema non è il numero di persone presenti su questo pianeta, ma quanto consumano!
Nel 2006 il WWF ha redatto il rapporto "Living Planet", nel quale sostiene che gli USA, per esempio, per sostenere il loro stile di vita necessiterebbero delle risorse di 5,3 pianeti. La Gran Bretagna invece di 3 pianeti.
Ci sono luoghi sulla terra dove si vive ai limiti della sopravvivenza, mentre in altri si diventi obesi e viziati da qualsiasi prodotto tecnologico o alimentare. Una notevole ed ingiusta discrepanza.
Ho scoperto un sito dove si può calcolare la propria "impronta" sul pianeta, ovvero quanti pianeti necessitiamo per vivere, secondo i nostri standard di vita quotidiana.
La mia condotta necessiterebbe di 1,28 pianeti. Mi sento in colpa.
Provate anche voi:
www.myfootprint.org
E cerchiamo di migliorare, così da lasciare ai nostri figli un pianeta per lo meno vivibile.
Io mi metto già all'opera!
"Di solito odiamo coloro che non possiamo disprezzare" Madame d'Arconville
"L’invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle
inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro
anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità
fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si
spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita
senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire
gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il
semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la
loro povertà di spirito, di mente e di fegato." Carlos Ruiz Zafòn
"L'invidia deriva dal confronto irrazionale fra quanto hanno raggiunto
altre persone e quanto avete raggiunto voi. Non è la mancanza delle
qualità che possiedono gli altri a causare il vostro insuccesso, bensì
l'incapacità di valorizzare a dovere le qualità che possedete." Ari Kiev
"L'invidia soffre per la buona fortuna del prossimo, e non potendo
godere, per insufficienza propria, dei propri successi, gode
malignamente degli insuccessi altrui." Cesare Marchi
"L'invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente." Bertrand Russell
"L'invidioso mi loda senza saperlo" Kahlil Gibran
"Non augurare ad un invidioso di avere dei figli: sarebbe geloso di loro perché non può più avere la loro età." Friedrich Nietzche
Traduzione letterale: “appena in tempo”, libera: “solo
quando è necessario”.
E’ una strategia aziendale, messa in pratica negli anni ‘50
dall’azienda automobilistica giapponese Toyota, che acquistava i vari
componenti solo all’occorrenza, quindi senza immagazzinare grandi quantitativi
di materiale, cosa che invece fecero le aziende europee e statunitensi, secondo
la logica JIC (just in case), tradotto liberamente “accumulo nel caso mi
dovesse servire”!
La differenza è che lo spreco del materiale è inevitabile
avendone in abbondanza, mentre si è molto attenti a gestirlo con oculatezza nel
caso se ne abbia poco a disposizione.
Sarebbe interessante applicare lo stesso principio anche nei
rapporti umani; per esempio invece di cercare di mantenere rapporti
superficiali e dispersivi con tante persone che non sono veramente interessate
(vedi Facebook) non sarebbe più confortante approfondire poche amicizie sincere,
magari facendo qualche sacrificio per potersi frequentare di persona almeno di
tanto in tanto?
Si potrebbe anche tornare alla vecchia, saggia abitudine di
acquistare un oggetto solo quando si è desiderato per tanto tempo, senza
poterselo permettere, oppure quando se ne ha veramente bisogno, invece di
comprare qualsiasi cosa, tanto per trascorrere un pomeriggio noioso, volendo
trovare una gratificazione dopo una giornata negativa.
Quanto sarebbe realizzabile un ritorno ai modelli
comportamentali di qualche decennio fa? Purtroppo la crisi economica mondiale
ci sta dimostrando che sarebbe non solo auspicabile, ma proprio necessario fare
un passo indietro, tornare alle regole di vita delle generazioni che ci hanno
preceduto.
Dobbiamo conservare quel poco che ancora possediamo senza sprecare
nulla, con la consapevolezza che non ci sarà un altro boom economico, la nostra
generazione non vivrà l’euforia del guadagno facile e del lavoro sicuro, non
potremo sperare ingenuamente in un futuro pieno di sorprendenti novità.
Invece potremmo augurarci di cambiare il mondo, di ribaltare
le aspettative negative e di ritrovare la fiducia nelle nostre capacità, di
contare qualcosa, di fare la differenza, di fare parte di un cambiamento
epocale, di riuscire a tornare ai veri valori della vita.
Troppo idealista? Forse si, ma bisogna pur credere in
qualcosa! D'altronde, dice il saggio :“la speranza è l’ultima a morire”
Ero seduta sul quel divano sontuoso e vellutato al tatto. I miei piedi nudi erano appoggiati sul tappeto di pelliccia, sotto di esso travi di legno trasformate dal passare di centinaia di anni, secche e decorate da minuscoli forellini. Dalla finestra entrava un'aria strana ma confortante, fresca, profumata di fiori, di erba appena tagliata e di sterco di vacche che pascolavano pigramente sulla collina. Il sole mi accarezzava la guancia, mentre leggevo distrattamente un libro.
Ero sola, non c'era nemmeno Gaia a tenermi compagnia, con l'umido del suo tartufo sul mio piede e il rumore della sua coda contro il tavolino del salotto.
Nel momento in cui il mio inconscio prese il sopravvento sulla razionalità, percepii quella sensazione. Il mio piede sentì la trave deformarsi sotto il peso di una presenza che alla vista non c'era. Alzai gli occhi che guardarono il vuoto, l'aria continuava ad esser fresca e a profumare di sterco.
Poi la porta della stanza da letto si aprì, forzata dalla mano di una presenza che alla vista non c'era. Rimasi immobile, senza nessun impulso, senza nessuna idea, senza nessun pensiero.
Quando ripresi il mio raziocinio cercai di capire se avessi le traveggole o se il mio piede e i miei occhi funzionassero ancora bene.
Non era il primo strano episodio a cui assistevo, ogni giorno cerco di analizzare se sia una fortuna o una disgrazia, mi chiedo se io debba lasciare le porte del mio inconscio completamente aperte e non continuare a socchiuderle di tanto in tanto...
Che cosa me ne faccio di queste sensazioni? Forse sono solo innocue visite di chi ancora non ha avuto il coraggio di andarsene definitivamente, di chi ancora non ha risolto completamente la vita terrena.
Eh si..girando qua e la nella rete ,specialmente sul "tubo" ho potuto trovare un sacco di cover delle canzoni scritte dalla famosa band inglese,così ho deciso di farne una piccola raccolta e di riportarvele.Le riporto in base al mio gusto personale,ovviamente,ma credo che per i fun come me di Freddy & C. sapranno apprezzare queste rivisatazioni dal sapore tutto particolare...bando alle ciance allora...indi...the show must go on!
1- Fredde Gredde - Killer Queen
2- Martha Rossi - Love of my life
3 - Nothing But Thieves - The show must go on
4 - Kevin Earnest and Marty Schwartz - We Are The Champions
5 - Charles Yang - Bohemian Rampsody ( Voce + Violino )
6 - Tabani Istvan - Bohemian Rampsody ( Timbrica che ne ricorda il Freddie)
Ciaooo a tutti ,
volevo farvi sapere che ho aggiornato la playlist Rock con nuove tracce!! Questa raccolta che ho fatto riscuote parecchie visite...e questo non puo' che farmi contento!
Vedo facce pasciute, tonde.
Facce strappate da un sorriso finto, malinconico, doloroso.
Vedo occhi fatti d'acqua, mutevoli, senza un percorso preciso. Vuoti.
Perchè vivere così?
Voglio l'uragano, il fuoco. La mia condanna, vivere senza una pace...
senza una quiete...
Sento profumo di caffè, di neroli, di arance secche, di cioccolato amaro.
Di pepe rosa.
Il cervello ebbro di emozioni, come se non avessi mai visto il mondo.
Emozioni purpuree, violente..
che entrano nel mio povero cuore senza chiedere il permesso.
La mia condanna, il mio destino.
Ebbene sì... per chi di voi ha già capito sto parlando di uno dei cartoni più blasonati di fine anni 80 inizio 90,un pezzo della mia infanzia al quale mi sento sempre legato.Ricordo le corse del dopo scuola , per chi come me faceva le elementari a tempo pieno, per vederlo su Bim Bum Bam con il mitico doppiaggio di Garbolino & C. Invece per chi non lo conoscesse con il suo titolo originale , in Italia si chiamava " E' Quasi Magia Johnny"..un anime incentrato sulle vicende di un trio di ragazzi (il famoso " lui,lei & l'altra ") , i primi amori,le incertezze dettate dall'età acerba,siparietti comici scolastici e via dicendo.Da capo alla storia lo fa Johnny,un ragazzo dai poteri Esp che si sposta di continuo di città in città per colpa delle sorelle che, non fanno che usare il potere in pubblico per le cose più stupide ; quindi il padre per evitare che si venga a sapere dei poteri della loro famiglia decide di traslocare fino a quando non arriveranno a Tokyo dove tutto nascerà...
Ma non voglio raccontarvi del cartone bensì delle emozioni che mi dava quand'ero bambino..mi immedesimavo nel personaggio ed a scuola , nella ragazzina del cuore di allora, vedevo la Sabrina del nostro Johnny..anche perchè un po' alla lontana le assomigliava! ahahaha :D Mille battaglie con i compagni per cercare di impressionarla emulando le gesta di Johnny,anche solo per tenerle la mano per andare a mensa..eh si già quella volta mostravo carattere..e moddy lo sa! ahahah :D (grz Ena x sopportarmi ). Chi di voi non si è mai immedesimato in un cartone cult degli anni '80/'90 ? In quel personaggio specifico che vi affascinava così tanto da ignorare pure la mamma che vi chiamava per la merenda..eh !? Neanche una puntata mi sarei perso..che fosse stato d'alzarsi alle 7 in piena estate o il pomeriggio dopo scuola.
Forse non ho mai capito perchè mi affascinasse così tanto seguire le vicende di quei tre..forse perchè speravo di poterle vivere ,incosciamente, pure io nel mio piccolo mondo reale,oppure perchè speravo che quella ragazzina un giorno notasse il mio interesse per lei. Allora guardando le vicissitudini di Johnny cercavo lo spunto per dichiararmi..ebbene sì come lui nascondevo un'eterna indecisione.Vi lascio con qualche video, ma soprattutto con un'inedita cover della famosa Kyosuke n°1 .. traccia al pianoforte che Madoka ( Sabrina ) dedicò a Kyosuke ( Johnny ) nella serata del suo 18esimo compleanno..
Nella mia lista delle cose da fare prima della mia morte figura (o meglio figurava) anche la voce:
- Devo guardarmi, senza discutere, tutta la saga de "Il Padrino" di Francis Ford Coppola; è oltremodo vergognoso che io, alla veneranda età di 26 anni, non abbia ancora visto questo capolavoro.
"Grazie" ad un riposo forzato di 20 giorni, dovuto alla mia povera schiena che comincia a far le bizze, ho potuto tramutare in realtà questo mio proposito.
In tre caldissime sere d'estate mi sono fatta una scorpacciata di "minchia", "baciamo le mani", "picciotti" e altri tipici clichè caratterizzanti la visuale che gli yankee hanno di noi italian boys.
Fa paura il preziosissimo cast: Marlon Brando, Al Pacino, Diane Keaton, Talia Shire, Robert De Niro, Robert Duvall, Andy Garcia e James Caan.
Questa saga familiare racconta il passaggio del testimone tra tre gangster: Vito, Michael e Vincent, tutti appartenenti alla famiglia Corleone.
Il primo film fa conoscere al pubblico i personaggi della famiglia, Little Italy a New York e in generale il mondo della mafia importata negli States.
Forse non è bello da dire ma a me Al Pacino in questo film fa impazzire!
Soprattutto nel dialogo finale tra Michael Corleone e suo cognato Carlo: "Non mi dire che sei innocente perchè è un insulto alla mia intelligenza e la cosa mi disturba molto"...
Fa strizza pure a me!
Il secondo film invece illustra più approfonditamente la storia della famiglia Corleone, dall'arrivo del piccolo orfano Vito nella Grande Mela all'incremento della violenza e della crudeltà di Michael per difendere l'onore della famiglia dalle cosche rivali.
Il terzo ed ultimo film racconta il passaggio del potere da Michael a Vincent; quest'ultimo è un'eccezione
nella storia della famiglia perchè rompe quella continuità tra padre e
figlio, essendo Vincent nipote di Michael, e pure figlio illegittimo di
Sonny, primogenito di Vito e fratello di Michael. Descrive anche il tramonto della potente famiglia dei Corleone, dovuto al ribellarsi dell'anziana coscienza di Michael ad una vita di omicidi e di delinquenza, che lo porta all'esigenza di redimersi dai suoi gravissimi peccati anche per riconquistare la fiducia ed il perdono dell'amata moglie Kay.
Saga intensa, che racconta perfettamente questo intricato e pericoloso mondo della mafia, rende questo annoso argomento più leggero e capace di essere letto in una chiave più digeribile. Forse l'ultimo dei tre, che risale al 1990, denuncia il cambiamento nel modo di concepire i film, tipico degli ultimi anni; infatti a parer mio è molto più incentrato sulla psicologia dei singoli personaggi che sulla teatralità delle scene di crimine.
L'unica piccola critica che posso fare su questa trilogia è l'anacronismo dei costumi e delle ambientazioni. I primi due film sono ambientati in un lasso di tempo che va dal 1946 fino ai primi anni '60, ma i costumi e le ambientazioni non rispecchiano molto il periodo in questione ma piuttosto gli anni '70, nei quali sono stati girati. La stessa critica posso apporla all'ultimo dei tre che denuncia molto gli anni '90 anzichè la fine degli anni '70. Insomma non propriamente fedeli ai decenni presi in considerazione.
Ovviamente la saga fa ora parte della mia lista "Film preferiti".
Il canadese studente d’arte John Hardy si trasferì a Bali in
Indonesia nel 1975, dove, affascinato dall’abilità degli artigiani locali, avviò
un laboratorio di produzione di gioielli. Ebbe successo e sposò l’americana Cinthya,
sua partner nel lavoro.
Dopo essersi ritirati dagli affari, consapevoli della
fortuna che li ha accompagnati nella vita, i coniugi Hardy hanno cercato un
modo per restituire alla comunità un po’ del loro benessere, e, ispirati dal
desiderio di indurre nuove generazioni di giovani alla salvaguardia
dell’ambiente, hanno deciso di fondare l’istituto scolastico “Green school”,
aperto nel 2008, che comprende sezioni di scuola materna, elementare, media e
superiore.
L’organizzazione si basa sui principi descritti nel
documento “Three Springs” di Alan Wagstaff, insegnante e dirigente scolastico
da 40 anni in vari paesi (Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia), nel quale
teorizza un sistema scolastico incentrato sui bisogni dello studente, rispettoso
della natura e immerso in una comunità-villaggio che ha tre diverse funzioni:
educativa, sociale e commerciale.
Il metodo d’insegnamento integrativo applicato alle varie
materie, stimola simultaneamente quattro settori della capacità di
apprendimento dello studente: l’ispirazione, la razionalità, l’emotività e l’estetica,
intendendo cosìpartecipare alla
formazione di un essere umano completo ma anche desideroso di continuare ad
apprendere e di condividere in futuro le proprie conoscenze con entusiasmo e
zelo.
L’edificio scolastico è costruito in bambù, ha un sistema di
compostaggio per il materiale organico e produce energia per 8000 watt grazie
all’ingegnoso sfruttamento delle acque del fiume adiacente, è il primo modello
di scuola ecocompatibile al mondo.
E’ un bell’esempio di concretezza, può contribuire a creare
un mondo migliore e potrebbe essere replicato in altri luoghi; sarebbe
auspicabile che le nuove generazioni di adulti consapevoli formati nella “Green
school” sappiano mettere a frutto le conoscenze acquisite e siano i promotori
di una società meno consumista e più rispettosa dei ritmi della natura; speriamo
che i potenti della terra si sentano ispirati e promuovano azioni efficaci per
salvare il pianeta dall’inquinamento e dallo spreco, in fondo basta davvero
solo un po’ di buona volontà.
Di seguito il video di una bambina della “Green school” che
canta una filastrocca dedicata all’orso polare che rischia l’estinzione, da lei
composta in occasione della Giornata della Terra, tenerissima!
Questo romanzo racconta la storia di Shiva e Marion, due gemelli nati nel 1954 ad Addis Abeba in Etiopia.
Sebbene orfani di madre e senza padre, la loro infanzia scorre serenamente grazie all'amore incondizionato dei genitori adottivi.
Sono identici, ma i loro caratteri molto diversi li conducono a concepire la vita in modo opposto, entrambi però destinati dal fato alla professione di medico.
Gli avvenimenti di quel periodo storico influenzano le loro esistenze e la ricerca delle loro origini porterà loro a trovare una verità poetica e triste, tanto sorprendente quanto potrebbe essere la vita reale.
I personaggi e l'ambientazione sono delineati in maniera da creare un'atmosfera di coinvolgimento tale da percepire veramente la sofferenza e il dolore creato dalla rigidità e dalle parole taciute, dalla fatica di accettare gli altri e soprattutto di capire se stessi.
I protagonisti si lasciano guidare dal proprio destino senza quasi opporsi, lasciandoci riflettere sull'amarezza di vite coerenti ma infelici e sulla caparbia ostinazione degli esseri umani.
Bellissimo libro, scritto con grande ricchezza di dettagli ma soprattutto di sentimenti.
Indimenticabile.
Eccomi di nuovo qua!
Finalmente di nuovo in possesso del blog, dopo giorni di guasto alla linea adsl!
Sono immersa in una giornata uggiosa, intenta a leggere libri e a scrivere le prime pagine della mia tesi.
Stasera, io e Tuki andremo a cena al ristorante. Un po' per rilassarci ma soprattutto per festeggiare un altro mezzo anno passato insieme!
Abbiamo una nuova meta preferita: il ristorante "A le Bronse" di Grado. Il proprietario è l'insegnante del corso di cucina che ho da poco terminato!
Quando lo chef ci ha rivelato il nome e l'ubicazione del suo ristorante, mi ci sono subito fiondata, trascinando ovviamente anche Tuki.
Durante il corso ho potuto capire bene la sua cucina e sapevo poteva decisamente fare al caso nostro!
Il ristorante si trova a Grado Pineta, in Viale dell'Orsa Maggiore 1. Ha un bel giardino e una posizione facilmente raggiungibile e tranquilla. E' chiuso il martedi!
Chi ti accoglie è la moglie, sempre con simpatia e calore! Hanno un bel menù variegato ma oltre a questo ci sono pure i piatti del giorno, che cambiano a seconda dei prodotti freschi che lo chef riesce ad accaparrarsi quotidianamente.
La sua filosofia è: comincia con la materia prima di qualità e hai già svolto il 50% del lavoro, il restante 50% lo metti tu con la tua abilità. E credetemi lui ne ha!
Ha sempre pesce fresco, carni di ottima qualità e verdura di stagione.
La volta scorsa ho ordinato gli strigoli con i fasolari! Freschi e con un sughetto paradisiaco!
Una meraviglia!
Utilizza anche pasta secca di un abilissimo pastaio pugliese che ne produce di tutti i tipi. Ovviamente trafilata al bronzo.
A detta di Tuki, in quel giardino incantato, ha mangiato la migliore tagliata di angus di sempre! Morbidissima e così gustosa!
Io consiglio anche il risotto alla marinara! Estremamente ricco e cotto alla perfezione!
Una chicca del ristorante è il "boreto alla gradese", un sughetto di pesce fresco (io l'ho provato con il branzino) estremamente gustoso e piccante. Secondo la ricetta originale ci va molto pepe. In effetti è un piatto per palati forti!
Stasera ordinerò qualcosa di nuovo! E ve lo descriverò diligentemente nei prossimi post!
Se l'uomo non fosse dotato di irrefrenabile curiosità, l'umanità non avrebbe avuto l'evoluzione che ci ha condotto al grado di civiltà odierno.
Allora perché abbiamo tanta paura di affrontare situazioni nuove?
Gli psicologi lo chiamano "conservatorismo cognitivo", cioè la tendenza a rimanere in ambiti già sperimentati e con evoluzioni prevedibili, piuttosto di avventurarsi in cambiamenti di cui non si può conoscere l'esito.
Così il mondo ci appare logico e stabile (da un articolo dello psicologo Anthony Greenwald), il che ovviamente non corrisponde alla realtà e può provocare la formulazione di convinzioni semplicistiche o addirittura stupide.
Una buona tecnica per superare la resistenza al cambiamento potrebbe essere quella di valutare le circostanze in modo autonomo, senza farsi influenzare da preconcetti o pareri altrui; vedere le cose da prospettive diverse, cercando di visualizzare anche l'esatto opposto di quello che si sta analizzando; gli avvenimenti o le persone poi, sono sempre diversi e devono essere considerati di volta in volta nella loro unicità, senza stereotipi; bisogna ricordare inoltre che si può sbagliare, quindi è necessario essere pronti ad ammetterlo e correggere il tiro (vedi il libro "L'animale sociale" di Elliot Aronson).
Basti pensare a come era la vita quotidiana solo pochi decenni fa, senza cellulari, tablet, digitale terrestre, senza l'Unione Europea!
Non si sarebbe mai potuto immaginare di varcare un confine di stato senza verifica di documenti, eppure è accaduto.
Il futuro non è scontato, proprio per questo forse dovremmo fare qualche passo indietro, limitare la nostra corsa al benessere per salvaguardare beni veramente preziosi come l'equilibrio tra la natura e l'evoluzione della specie.
Muoversi di più in bicicletta, mangiare prodotti stagionali a km zero e biologici o limitare il riscaldamento/condizionamento, non sarebbe già un bel cambiamento?
Il buon Winston Churchill diceva: "Il coraggio è la prima delle qualità umane, perchè è quella che garantisce le altre"
Dunque viva l'anticonformismo, la fantasia, l'avventura e gli esperimenti! Andate controcorrente!!