Ma io vado controcorrente. E mi è venuta in mente una novella di Erodoto:
Gige e la moglie di Candaule.
"Dunque questo
Candaule era veramente innamorato della sua sposa, ed amandola pensava di avere
per moglie di gran lunga la più bella di tutte. Dato che pensava così - era
infatti tra le guardie un certo Gige, figlio di Dascilo, a lui molto caro -
Candaule gli confidava anche gli affari più importanti ed in particolare
elogiava la bellezza della moglie. Passato non molto tempo, era infatti destino
che capitasse a Candaule una disgrazia, diceva così a Gige: "Gige, penso che tu
non mi creda quando ti parlo della bellezza di mia moglie (succede infatti che
gli uomini credano più agli occhi che alle orecchie), fa' in modo di vederla
nuda". Allora egli, gridando a gran voce per lo sconcerto, disse: "padrone, che
discorso immorale fai, chiedendomi di vedere la mia padrona nuda? Una donna
quando si toglie la veste contemporaneamente perde anche il pudore. Molto tempo
fa gli uomini hanno scoperto i buoni precetti, dai quali bisogna imparare; in
mezzo ad essi c'è questo, ognuno guardi le proprie cose. Io poi credo che essa
sia la più bella di tutte le donne, e ti prego di non chiedermi cose
immorali."
"Allora egli, dicendo così, rifiutava, poichè temeva che gliene potesse venire
qualche male. Ma l'altro replicava in questo modo: "fatti coraggio, Gige, e non
aver timore nè di me, che io ti dica questo per metterti alla prova, nè di mia
moglie, che ti possa venire da parte sua qualche danno: infatti innanzi tutto
farò in modo che lei non si accorga nemmeno di essere osservata da te. Io
infatti ti collocherò nella stanza in cui dormiamo, dietro la porta aperta:
appena sarò entrato, sarà giunta anche mia moglie per dormire. Vicino alla porta
di ingresso c'è uno sgabello: su questo, spogliandosi delle vesti una ad una, le
appoggerà e tu potrai con molta calma ammirarla. Quando poi si dirigerà dallo
sgabello al letto e ti troverai alle sue spalle, fai attenzione allora che non
ti veda mentre attraversi le porte."
"Dunque egli, dato che non poteva evitare l'ordine, era pronto ad obbedire.
Allora Candaule, quando gli sembrava che fosse giunto il momento di andare a
dormire, condusse Gige nella camera, e subito dopo giungeva anche la moglie;
Gige la guardava entrare e deporre le vesti. Quando poi, mentre la donna andava
verso il letto, si trovò alle sue spalle, fuggì via di nascosto. e la donna lo
scorse mentre usciva. Tuttavia, pur avendo compreso cosa il marito avesse fatto,
non gridò di vergogna nè mostrò di essersene accorta, dato che aveva in mente di
punire il marito Candaule: infatti presso i Lidi, e quasi presso tutti gli altri
barbari, anche il fatto che un uomo sia visto nudo porta ad un grande disonore."
"Così, dunque, in quel momento, facendo finta di niente, rimaneva tranquilla.
Appena però si era fatto giorno, dopo aver fatto preparare i servi che riteneva
più fedeli, mandava a chiamare Gige. Ed egli, dato che credeva che ella non
sapesse nulla dei fatti accaduti, chiamato si recò da lei: infatti era solito
anche prima, quando la regina lo chiamava, andarla a trovare. Appena però Gige
giunse, la regina gli disse così: "dato che ti stanno davanti due strade, Gige,
ti do una possibilità di scelta, per quale tu vuoi dirigerti: o, infatti, una
volta ucciso Candaule, prendi me ed il regno dei Lidi, oppure bisogna che tu
stesso muoia subito, così che per l'avvenire tu, obbedendo in tutto a Candaule,
non debba vedere ciò che non si deve. Ma dunque bisogna che muoia colui che ha
progettato queste cose o che tu che mi hai visto nuda e che hai fatto ciò che
non era lecito. Allora Gige prima si stupiva per ciò che era stato detto, poi la
supplicava di non costringerlo a fare una scelta di tal genere; ma non la
persuadeva affatto, anzi vedeva realmente che gli toccava la necessità di
uccidere il padrone oppure di essere a sua volta ucciso da altri. Sceglie di
sopravvivere. Poneva questa domanda: "Poichè mi costringi ad uccidere il mio
padrone anche se io non voglio, suvvia ora che io sappia in che modo lo
assaliremo"; ella interrompendolo disse: "l'attacco avrà luogo dallo stesso
posto proprio dove egli mi mostrò nuda, e sarà mentre egli dorme."
"Così essi tramarono il piano, e, appena fu notte (infatti Gige non veniva
lasciato libero, e non aveva alcuna possibilità di scampo, ma bisognava che
morisse lui o Candaule), seguiva nella stanza da letto la donna. Ella, dandogli
un pugnale, lo nasconde dietro quella porta. Poi, mentre Candaule riposava,
introdottosi di soppiatto e fattolo a pezzi, Gige ottenne la mogli ed il regno,
ed anche Archiloco di Paro, vissuto nello stesso periodo, lo menzionò in un suo
trimetro giambico."
(traduzione tratta da www.antiqvitas.it)Storia di guardoni, uomini di potere presuntuosi ed egocentrici, mogli vendicative mandanti di assassini. Wow... certo che Erodoto la sapeva lunga!
La cosa inquietante è che questa novella sembra si possa adattare benissimo anche ai (disastrosi) giorni nostri. Non a caso da questo intrigo deriva il termine "candaulesimo" (pratica sessuale secondo la quale il soggetto prova soddisfacimento nell'osservare il partner durante l'atto sessuale con un'altra persona). Dunque dal 730 a.C. non è cambiato praticamente niente?
Questa storia è anche citata nel film "Il paziente inglese", in assoluto al primo posto nella classifica dei miei film del cuore. Toccante la scena del gioco nel deserto, quando Kristin Scott Thomas, con gli occhi pregni di imbarazzo, impersonando Katherine, racconta la novella, e si accorge dello sguardo desideroso, e rapito dal fascino della donna, del conte Almàsy.
Si, I know I know, finisce in tragedia, ed è un film tristissimo, ma penso si una delle più belle storie d'amore...
By Moddy
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