giovedì 30 agosto 2012

JIT (just in time)


Traduzione letterale: “appena in tempo”, libera: “solo quando è necessario”.
E’ una strategia aziendale, messa in pratica negli anni ‘50 dall’azienda automobilistica giapponese Toyota, che acquistava i vari componenti solo all’occorrenza, quindi senza immagazzinare grandi quantitativi di materiale, cosa che invece fecero le aziende europee e statunitensi, secondo la logica JIC (just in case), tradotto liberamente “accumulo nel caso mi dovesse servire”! 

La differenza è che lo spreco del materiale è inevitabile avendone in abbondanza, mentre si è molto attenti a gestirlo con oculatezza nel caso se ne abbia poco a disposizione.
Sarebbe interessante applicare lo stesso principio anche nei rapporti umani; per esempio invece di cercare di mantenere rapporti superficiali e dispersivi con tante persone che non sono veramente interessate (vedi Facebook) non sarebbe più confortante approfondire poche amicizie sincere, magari facendo qualche sacrificio per potersi frequentare di persona almeno di tanto in tanto?
Si potrebbe anche tornare alla vecchia, saggia abitudine di acquistare un oggetto solo quando si è desiderato per tanto tempo, senza poterselo permettere, oppure quando se ne ha veramente bisogno, invece di comprare qualsiasi cosa, tanto per trascorrere un pomeriggio noioso, volendo trovare una gratificazione dopo una giornata negativa.
Quanto sarebbe realizzabile un ritorno ai modelli comportamentali di qualche decennio fa? Purtroppo la crisi economica mondiale ci sta dimostrando che sarebbe non solo auspicabile, ma proprio necessario fare un passo indietro, tornare alle regole di vita delle generazioni che ci hanno preceduto.
Dobbiamo conservare quel poco che ancora possediamo senza sprecare nulla, con la consapevolezza che non ci sarà un altro boom economico, la nostra generazione non vivrà l’euforia del guadagno facile e del lavoro sicuro, non potremo sperare ingenuamente in un futuro pieno di sorprendenti novità.
Invece potremmo augurarci di cambiare il mondo, di ribaltare le aspettative negative e di ritrovare la fiducia nelle nostre capacità, di contare qualcosa, di fare la differenza, di fare parte di un cambiamento epocale, di riuscire a tornare ai veri valori della vita. 

Troppo idealista? Forse si, ma bisogna pur credere in qualcosa! D'altronde, dice il saggio :“la speranza è l’ultima a morire”    


Il pensiero degli ospiti

2 commenti:

  1. Sarebbe una stupenda soluzione...io lo spero profondamente...sarebbe il risvolto positivo di questa crisi economica...
    Grazie
    Angie

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  2. Speriamo solo di non essere troppo idealisti... Mi lascio spingere avanti dal quella speranza ingenua che non mi molla mai..

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