sabato 14 gennaio 2012

Pensieri di una notte di mezzo inverno...

23.59 e tutto va bene...
Ho appena chiuso una telefonata e mi son detta: "Scrivo il mio primo post".
Prima ho chiamato una mia amica, per sapere le ultime novità. Ma che sia lei a rispondere, o un'altra mia amica, o un altro mio amico, o mia nonna, o mia cugina, la risposta in generale non è molto allettante. Che cosa sta succedendo? Me lo domando da un pò.
Si ok c'è la crisi, tutti stanno in crisi, tutti non si trovano più, non c'è lavoro per nessuno. Ma non penso sia solo una questione di soldi o di lavoro. Vedo una sorta di inquietudine nelle persone, scatenata dai più disparati motivi. Forse abbiamo troppo di tutto?
Ho vaghi ricordi di quand'ero bambina ma sono sicura che l'atmosfera che aleggiava anni fa non era così pregna di ogni tipo di negatività. Forse si tratta di una cosa ciclica, strani spostamenti dei poli terrestri o forze ultraterrene. Non ne ho idea. O vedi che i Maya avevano ragione?
Raccolta una sorta di statistica, mi sono convinta di non essere solo io la sfigata che attira gente strana, ma in generale è così. Weird people everywhere.
A capodanno ci trovavamo a Ljubljana, mi sono trovata davanti un pout pourri di gente ubriaca nei modi più disparati: il dormiente sui divanetti del club, dopo essersi sfasciato di economico vino; la ragazza, che in preda ai fumi dell'alcool è orgogliosa di mostrare le sue autoreggenti, mentre una sorta di pappone l'abbraccia avidamente; il ragazzo timido nella vita di tutti i giorni, ma appena tocca un goccio di rhum e cola si trasforma in un maniaco; il tipico esempio di sbornia triste con il frignone; la sbornia violenta; la sbornia contemplativa con il soggetto in questione che scruta il vuoto; ragazzini di 15 anni già disillusi da tutto con in mano un sacchetto pieno di lattine e bottiglie di birra. Dunque l'alcool funge da una sorta di anestetico sociale?
E per non farmi mancare niente, in bocca avevo anch'io un mix di sapori alcoolici che faticavano a trovare una collocazione, ma senza essere invasivi, mi avevano resa solo un pò più simpatica. La mia coraggiosa compagna di avventure si tolse le scarpe e cominciò a ballare, con solo le collant sottili da sera, sulla ghiaia del parco ai piedi del castello cittadino, illuminato a dovere, tale da risultare addirittura kitsch. Io intanto mi divertivo come una bambina a distribuire e ad accendere le candeline elettriche.
Tornando verso casa alle 7 di mattina, osservavo l'alba; avvolta da un solenne e rassicurante silenzio mi rasserenai e rincuorai un pò da tutto quello che avevo visto quella notte. Mi infilai nel letto con ancora il trucco sugli occhi e la lacca sui capelli e dormii fino a mezzodì.
Ma alla fine mi vengono sempre in mente le parole del nonno: "Eh quando iera i partigiani..."

By Moddy


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